lunedì 14 novembre 2011

Bonfra e Pappagone, le luci (comete) del presepe

Splendidi scenari, angoli suggestivi, maestosi costumi...ma cosa sarebbe il presepe vivente senza luci? Cosa rimarrebbe se facessimo a meno di tutti gli accorgimenti tecnici che mandano in scena lo spettacolo?
Maurizio Benedetti, detto Pappagone, di professione fa il perito elettrotecnico e già lo scorso anno è stato protagonista del gran lavoro dietro le quinte: l'illuminazione lungo il percorso e tutto ciò che si accende e si spegne tra un vicolo ed un altro è infatti opera di un suo progetto e della sua immensa disponibilità; il suo impegno è infatti assolutamente volontario, "il più grosso errore della mia vita è stato conoscere Sirio", dice ridendo, lui che era stato chiamato ad allestire le luci della sola locanda e si è ritrovato un intero presepe da illuminare.
Quest'anno alle grandi fatiche lo accompagna Sandro Bonfranceschi, da tutti conosciuto come Bonfra: artigiano edile, mette la sua professione a completa disposizione del presepe vivente, immancabile manforte ovunque ce ne sia il bisogno, il classico "tuttofare", come lui stesso si definisce, chiamato dall'amico Maurizio, che ammette: "da solo quest'anno non avrei potuto farcela".
I due sono attivissimi già dal mese di Settembre. Hanno infatti preso in mano l'ex pescheria, in Piazza Verdi e, imbiancata e sistemata, ne hanno tirato fuori il Centro Organizzativo del Presepe Vivente di Tarquinia.
"Per noi è un onore lavorare per questo evento", dicono ed è una cosa che fanno senza chiedere niente in cambio, forse andando anche a rimetterci: sono loro, insieme a tanti altri volontari, l'anima del presepe, lo spirito su cui si fonda questa manifestazione, che è fatta dalla gente e dal loro amore per le cose che tengono unito il paese, dalla voglia di partecipare. Che presepe, anzi che mondo sarebbe senza Pappagone e Bonfra?

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